La Città del Parco, un progetto ideato dall'economista
e professore universitario Pasquale Persico (tra tutti principalmente si veda Plektos. La Città del Parco, Salerno: Plectica Editrice, 2002) si propone di inventare e fornire ai territori rurali
come il Cilento una linea di sviluppo socio-ambientale e antropologica non subalterna
ma alternativa ai modelli di sviluppo metropolitani. La salienza dei rapporti
sociali e culturali delle città mostra una densità topologica che invece in
aree rurali come il Cilento si espande articolandosi in spazi ampi ma non per
questo si disperde.
Il video di seguito offre una delle interpretazioni possibili del concetto di Città del Parco fornita da Amedeo Trezza ed è tratto dalla visita di aprile 2011 alla ‘Valle
delle Orchidee’ a Sassano, condivisa con Pasquale Persico e Nicola Di Novella,
botanico e farmacista esperto di orchidee e ibridi e ‘inventore’ del
laboratorio della ‘Valle delle Orchidee’.
Collegare idealmente, progettualmente, operativamente
e quindi geograficamente i nodi di senso del Cilento attraverso attività di
decodifica artistica del territorio, attività economiche e intraprese
culturali, serve a tessere la trama che tiene unito un territorio vasto. Solo
tale tessitura forse può tendere ad assicurargli una prospettiva di
sviluppo sano e regolato sulle effettive potenzialità del territorio.
Un territorio che si fa città non perché si
cementifica ma perché (si) mette in stretta relazione (con) le sue parti e così
facendo si mette in gioco. La posta in gioco è il futuro, un 'futuro
arcaico' - come lo ha definito Persico ultimamente - perché segno di una
volontà di scommettere e di una forza di immaginare un futuro attraverso un meccanismo
di ri-conoscimento del passato, di quei luoghi che conservano maggiormente (
sia naturalisticamente che antropologicamente) i tratti di arcaicità. E in quei
posti, a partire da quei posti, letti e interpretati con l'ausilio delle arti
figurative così come delle scienze dure, rilanciarsi in un futuro possibile,
proponendo un tratto di 'contemporaneità' che al contempo è anche 'temporanea'
nella misura in cui non è mai perso di vista il carattere fluente delle
coscienze individuali e collettive che abitano un territorio. Qui, un altro
tema di Persico, quello del 'temporaneo-contemporaneo', esprime al meglio un
sano rapporto tra opera dell'uomo e opera della natura non ancora del tutto
compromessa e che quindi apre e offre all'uomo la possibilità di beneficiare
del 'privilegio di essere arrivati tardi' rispetto ad aree industrializzate e
pesantemente urbanizzate.
Ma è da ripensare finanche il concetto di 'urbanità'
nella misura in cui il modello di sviluppo urbano non sarà più da ricercare
nell'aderenza o meno ad esempi di sviluppo metropolitano, piuttosto l'urbanità
sarà l'esito di un vivere civile che sa strutturarsi su di un territorio con
sue precise fattezze e seguendo un proprio modello di sviluppo il cui unico
meccanismo regolatore interno è il principio della sostenibilità.
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