sabato 11 febbraio 2012

L'idea della 'Città del Parco'


La Città del Parco, un progetto ideato dall'economista e professore universitario Pasquale Persico (tra tutti principalmente si veda Plektos. La Città del Parco, Salerno: Plectica Editrice, 2002) si propone di inventare e fornire ai territori rurali come il Cilento una linea di sviluppo socio-ambientale e antropologica non subalterna ma alternativa ai modelli di sviluppo metropolitani. La salienza dei rapporti sociali e culturali delle città mostra una densità topologica che invece in aree rurali come il Cilento si espande articolandosi in spazi ampi ma non per questo si disperde. 

Il video di seguito offre una delle interpretazioni possibili del concetto di Città del Parco fornita da Amedeo Trezza ed è tratto dalla visita di aprile 2011 alla ‘Valle delle Orchidee’ a Sassano, condivisa con Pasquale Persico e Nicola Di Novella, botanico e farmacista esperto di orchidee e ibridi e ‘inventore’ del laboratorio della ‘Valle delle Orchidee’.





Collegare idealmente, progettualmente, operativamente e quindi geograficamente i nodi di senso del Cilento attraverso attività di decodifica artistica del territorio, attività economiche e intraprese culturali, serve a tessere la trama che tiene unito un territorio vasto. Solo tale tessitura  forse può tendere ad assicurargli una prospettiva di sviluppo sano e regolato sulle effettive potenzialità del territorio. 
Un territorio che si fa città non perché si cementifica ma perché (si) mette in stretta relazione (con) le sue parti e così facendo si mette in gioco. La posta in gioco è il futuro, un 'futuro arcaico' - come lo ha definito Persico ultimamente - perché segno di una volontà di scommettere e di una forza di immaginare un futuro attraverso un meccanismo di ri-conoscimento del passato, di quei luoghi che conservano maggiormente ( sia naturalisticamente che antropologicamente) i tratti di arcaicità. E in quei posti, a partire da quei posti, letti e interpretati con l'ausilio delle arti figurative così come delle scienze dure, rilanciarsi in un futuro possibile, proponendo un tratto di 'contemporaneità' che al contempo è anche 'temporanea' nella misura in cui non è mai perso di vista il carattere fluente delle coscienze individuali e collettive che abitano un territorio. Qui, un altro tema di Persico, quello del 'temporaneo-contemporaneo', esprime al meglio un sano rapporto tra opera dell'uomo e opera della natura non ancora del tutto compromessa e che quindi apre e offre all'uomo la possibilità di beneficiare del 'privilegio di essere arrivati tardi' rispetto ad aree industrializzate e pesantemente urbanizzate. 
Ma è da ripensare finanche il concetto di 'urbanità' nella misura in cui il modello di sviluppo urbano non sarà più da ricercare nell'aderenza o meno ad esempi di sviluppo metropolitano, piuttosto l'urbanità sarà l'esito di un vivere civile che sa strutturarsi su di un territorio con sue precise fattezze e seguendo un proprio modello di sviluppo il cui unico meccanismo regolatore interno è il principio della sostenibilità.

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