giovedì 22 marzo 2012

Il Coro dei Cor(n)i. La lunga marcia nel Cilento Interiore: da Vibonati a Novi


IL CORONAMENTO DELLA PRIMA ESPERIENZA DELL'ATENEO NOMADE TRIANGOLARE: VERSO L’EVENTO DI NOVI VELIA (30/3-1°/4 2012) 



Il documento dell'artistaIl Coro dei Cor(n)i 



Antefatti cilentani... (di Amedeo Trezza)

La prima volta che Francesco Grigolo visitò il Cilento fu nello scorso settembre. Nell’ambito del progetto Ateneo Nomade Triangolare, insieme a Pasquale Persico e Pasquale Napolitano facemmo esperienza esistenziale e sonora alla ricerca dello ‘spazio neutro’ in un vero e proprio ‘tour di decodifica del silenzio’ in alcuni dei ‘luoghi sublimi del Parco’: i Pozzi Monaci a Casaletto prima, il geosito carsico di Caselle in Pittari nei pressi dell’inghiottitoio del Bussento poi, e infine in cima al Monte Cervati (il video di quei giorni a questo url: http://vimeo.com/29188222).

Francesco Grigolo

Durante il soggiorno presso di noi a ‘Casale Il Sughero’ – sede dell’Ateneo nonché luogo cilentano che per primo ebbe l’onore di accogliere col suo silenzio l’aria sonora delle trombe di Francesco –  discutemmo delle suggestioni e delle idee che man mano la natura ci faceva risonare dentro. E in quei giorni nacque il progetto, una mattina a casa in cucina Francesco autografò il suo progetto per il Parco: l’idea ambiziosa che oggi finalmente si incarna nella performance di Novi Velia (nell'ambito del Festival della Natura 2012 in collaborazione con la Fondazione Alario) nacque da un significativo gioco di parole sul toponimo ‘Cilento’ dove il CI-LENTO suggeriva un ‘esser-ci lento’, la possibilità di una esistenza meditata e profonda ricca di futuro quanto profondamente intrisa del suo passato, della sua identità. Un CI­- che a sua volta stava anche per Coro (dell’) Immaginario – LENTO. E da lì, da quelle suggestioni oggi il Coro dei Cor(n)i.

mercoledì 7 marzo 2012

Una dimora di Classe A

"E' una delle case con standard di qualità costruttiva e abitativa più alte del salernitano", così esordisce l'Ing. Menniti, esperto transalpino in scienza delle costruzioni ecosostenibili, dopo aver visitato Casale Il Sughero e visionato la sua 'carta d'identità'.

"La sua classificazione energetica in fascia A la dice lunga", continua il luminario, "laddove in casa ci si riscalda d'inverno semplicemente col sole del Mediterraneo quando c'è grazie agli infissi in legno e le vetrate di ultima generazione ad alta tenuta termica estate-inverno. Inoltre, le camere d'aria tra pareti esterne, la luminosità e l'utilizzo generalizzato di calce idraulica per restauri conservativi di pregio all'interno garantiscono traspirabilità, autoregolazione dell'umidità e stabilizzazione della temperatura", ci conferma anche il Dott.Cappiello della Kerakoll, produttrice della Biocalce utilizzata. 
"Per non parlare della vera perla della casa - continua entusiasta l'ingegnere - ovvero il tetto in legno di castagno massello e la coibentazione realizzata tutta in pannelli in fibra di legno ecosostenibili e traspiranti. Un tetto in legno garantisce il rapporto con le energie celesti senza opporre barriere metalliche che costituirebbero la famosa 'gabbia di faraday'. 

"Alta quindi l'attenzione anche all'inquinamento elettromagnetico, fortemente ridotto anche ad opera di una schermatura completa dei cavi e delle cassette relative alle zone notte della casa.

"Un altro fiore all'occhiello del progetto di Casale Il Sughero è l'impianto di fitodepurazione dei residui fognari, il primo attivo in tutto il Cilento, ottimo esempio di integrazione leggera  in contesti rurali".
Conclude Menniti affermando che "la perfetta integrazione di energie rinnovabili, sole e legna, nel riscaldamento e nel sanitario della casa corona scelte progettuali di alta sostenibilità a lungo termine".

E infatti, rendiamo in questa sede uno stralcio dei consumi del primo anno di Casale Il Sughero (marzo 2011-marzo 2012) quantificati in euro:

solo 60 euro di gas per la cucina
soltanto 1,5 canne di legna per il riscaldamento di tutta la struttura
solo 200 euro circa di elettricità

Ma, al di là dei dati tecnici, il progetto 'Casale Il Sughero' muove da una concezione e una contestualizzazione bioedile del recupero della pre-esistenza. Coniugare il passato col futuro è stata l'arma vincente: recuperare i parametri e i criteri costruttivi tradizionali. Ovvero l'esposizione a sud, le aperture prevalentemente a sud e ad ovest, lo studio e l'orientamento del fabbricato e delle sue ventilazioni e pendenze secondo i venti prevalenti presenti in valle, il panorama sul mare e sulle Eolie. 
Inoltre il recupero della memoria storica attraverso il riutilizzo della pietra locale senza aggiunta alcuna di pietra estranea ai substrati geologici su cui insiste il fabbricato, il riutilizzo del castagno, essenza locale e usata da secoli.
Unica innovazione significativa, la presenza di abbaini nel tetto, non tipici dell'architettura locale ma estremamente funzionali alla riqualifica degli spazi interni e segno importante di discontinuità nel cambiamento, anch'esso essenziale se non si vuole ricostruire una casa-museo finto-antica e fine a se stessa. 

La rifunzionalizzazione degli spazi infatti e la modifica di destinazione d'uso da rurale in abitativa segna il passaggio dal troppo lungo abbandono delle campagne del sud Italia all'inizio di un loro recupero e presidio, attento e discreto.
Discreto come la figura d'insieme del fabbricato che s'inserisce perfettamente nel paesaggio, eccezion fatta per il contenimento a valle reso necessario ma quanto prima ricoperto dalla vegetazione - assicurano gli abitanti di Casale Il Sughero - così come una coloritura più discreta della ferramenta esterna di protezione suggerita da amici e dai fortunati ospiti del nostro b&b.