Del pomodoro e della sua identità...
A questa semplice domanda verrebbe
facilmente da rispondere che si tratta di un ortaggio, non di origine europea
ma che giunse qui da noi secoli fa dalle Americhe. Altri risponderebbero con
una descrizione, un alimento dal sapore acidulo e dolce di colore rosso e
succoso. Un botanico risponderebbe che si tratta del frutto di una solanacea,
un gastronomo che è un ingrediente importante per molti piatti cucinati e crudi
della dieta mediterranea, un contabile di un supermercato che è un prodotto, un
bene di consumo che trova posto negli scaffali dedicati ai prodotti freschi, un
contadino mediterraneo affermerebbe che è la base dell’alimentazione estiva e
che è importantissimo per le conserve destinate all’inverno.
Potrei continuare ancora per molto, ma mi interessano gli
ultimi due punti di vista, quello del supermercato e quello del contadino. È
possibile che lo stesso oggetto sia
definito così diversamente, significhi cose così diverse per queste due figure?
Ovvero una merce, un prodotto destinato alla vendita e d’altra parte invece la
speranza di sostentamento invernale per una famiglia di contadini?
La domanda non è infondata, infatti viene quasi il sospetto
che non stiamo parlando della medesima cosa. Sebbene portino lo stesso nome i pomodori che trovano
posto nel bancone di un supermercato e quelli che crescono testardi in un orto
tradizionale di un ancor più testardo contadino che li coltiva per sostentare
sé e la sua famiglia infatti non sono la
stessa cosa. Sono due oggetti diversi.
È diverso il loro colore, la loro forma, le loro dimensioni, il loro odore e
soprattutto il loro sapore. L’uno si consuma,
l’altro si mangia, l’uno è una merce, l’altro un bene.